Harley-Davidson Sporster: la storia, le special e la pubblicità. Una sezione dedicata alle Buell motorizzate Harley-Davidson.

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martedì 25 luglio 2017

Blue sands!

blue sands sportster tracker side right

blue sands sportster tracker carburator

blue sands sportster tracker back

blue sands sportster tracker front end


Rude come solo certe moto sanno essere, questo Sportster può rappresentare il compagno ideale per le scorribande estive lungo il mare....


A volte basta poco, molto poco, per sognare. Una moto, una compagna con la quale condividere molti momenti ed un bel tramonto in riva al mare. Il mondo diventa migliore e tutto assume un'altra ottica, specialmente se si cavalca una moto che possa far scoprire spiagge inesplorate. 

Semplice, essenziale e sobria come questo Sportster.

Si utilizza come base un modello costruito prima del 2003 che si spoglia di tutto il superfluo. Si lascia una sella striminzita, si monta un parafango posteriore in alluminio realizzato a mano (quello anteriore si elimina....), un paio di pneumatici scolpiti, un manubrio da cross ed un serbatoio ferro di una vecchia moto da enduro (in questo caso proveniente da una Husqvarna). 

Se proprio si vuole esagerare, come in questo caso, si mette mano anche alle sospensioni posteriori, si sposta il serbatoio dell'olio, sagomando la parte posteriore del telaio in modo da averla più snella e si libera qualche cavallo nel motore montando alberi a cammes e carburatore (Mikuni) con relativo filtro dell'aria. Ma solo se si vuole esagerare, perchè il motore dello Sportster, sia nella cilindrata 883 che 1200, va bene così.

Poi si vernicia il serbatoio del carburante in con tonalità e grafiche non esagerate e lo Sportster è pronto.

Il resto è nella testa.....

Chiunque si può costruire praticamente da solo questa moto, spendendo molto poco.
Facciamo due conti, dando per scontato che si voglia ridurre l'esborso all'indispensabile e si abbia un minimo di manualità. Consideriamo un prezzo di acquisto compreso intorno ai 5000/5500 Euro massimo, per una moto con circa trentamila chilometri.

Si cambia il manubrio con uno da cross, con il traversino, o da flat-track, più largo (150/200 Euro). Per dei pneumatici con il tassello si spende mediamente sui 300 Euro. Poi basta togliere il parafango anteriore, cambiare il fanalino posteriore ed, eventualmente, rimodellare il parafango posteriore (segandolo). Una sella usata si trova a 100 Euro, cui se ne possono aggiungere altre 50 per una nuova modellatura. Il serbatoio del carburante si lascia quello originale. Si può aggiungere un paramotore fatto in casa con un semplice foglio di alluminio da 2mm. 

Spendendo non più di 6000 Euro ci si è fatti lo Sportster col tassello.  


UP: serbatoio e verniciatura
DOWN: telaio posteriore segato
 

martedì 20 giugno 2017

Slim Jim: uno Sportster scrambler per l'estate!!!

slim jim sportster scrambler m y 2003 side right

slim jim sportster scrambler m y 2003 side left

slim jim sportster scrambler m y 2003 engine and gas tank

slim jim sportster scrambler m y 2003 rear

 

E' arrivata l'estate: voglia di scrambler ??? Bene. La si compra oppure, in alternativa, si modifica la propria moto.

 

La soluzione proposta dai ragazzi di Clock Work Motorcycles è alquanto semplice e poco dispendiosa
Si parte da uno Sportster costruito fino al 2003 (preferito rispetto ai modelli con il nuovo telaio per il minor peso), sostituendo i parafanghi originali, con altri diversamente sagomati, oltre che più leggeri. Contestualmente si lavora anche sulla parte posteriore del telaio (ma si può anche evitare di farlo) e sulla sella. Ovviamente, per avere una scrambler che si rispetti, occorrono dei pneumatici tassellati, uno scarico apposito ed un manubrio alto. Sullo Slim Jim vengono montati dei pneumatici Dunlop K70, un manubrio come quello della Ducati Scrambler degli anni settanta ed un bellissimo scarico due-in-due con finale a trombone, costruito direttamente in casa.

Completano l'opera altri particolari come un diverso serbatoio del carburante, un kit di conversione a catena, manopole Biltwell,  un filtro dell'aria BCM ed un mini faro posteriore. Tutta la moto viene dipinta in verde inglese metallizzato.

Quella appena proposta è la soluzione ideale per avere con pochissima spesa un'ottima  Scrambler (se si eccettua il lavoro per modificare il telaio posteriormente). Si può utilizzare come base di partenza anche un modello più recente,  consapevoli del fatto che la linea è meno filante ed il peso maggiore

L'importante è ricordarsi alcuni principi fondamentali: questo tipo di moto, di base, è estremamente semplice, per cui meno orpelli e diavolerie varie ci sono, e più si avvicina all'idea di fondo o, se vogliamo dirla tutta, alla capostipite che è la prima Ducati Scrambler. Non è necessario lavorare sul telaio, ma è sufficiente trovare parafango e sella ad hoc. 

Se il modello di Sportster che si utilizza è molto basso, si possono montare degli ammortizzatori di lunghezza maggiore. Vanno bene i cerchi originali, anche se ne caso della Superlow non sono proprio il massimo per una Scrambler. Gli scarichi possono essere anche quelli originali, anche se un bel due-in-uno sarebbe il massimo. L'avantreno è meglio non toccarlo per non alterare l'aspetto estetico della moto. Lo Sportster, con il faro inserito in mezzo alla forcella di piccolo diametro (39mm), è l'ideale. Al massimo si può intervenire internamente alla stessa.  

La Slim Jim, quindi, rappresenta l'ideale Scrambler su base Sportster, stante l'estrema semplicità costruttiva ed i pochissimi interventi ben concepiti.


UP: sella
DOWN: lavorazione telaio nella parte posteriore


 


martedì 21 marzo 2017

The Hinny - Sportster

the hinny sportster scrambler with mule frame by olivi motori

the hinny sportster scrambler with mule frame by olivi motori

the hinny sportster scrambler with mule frame by olivi motori

 

Se è vero che il  “custom” è di tutti, è altrettanto vero che ognuno ha la propria vocazione sul tema. E quando si riesce ad oltrepassarla, diventa interessante....

 

Vittorio Olivi, il “padre” di questo Sportster, cresce alla scuola di Carlo Talamo lavorando per lunghi anni sulle Triumph. Dapprima come semplice concessionario, eppoi come tecnico di successo. In breve tempo, nella città di Dante, la sua passione per le corse e la competenza sul tema, lo porta ad avere un sempre maggior numero di appassionati che si rivolgono a lui per elaborare o mettere a punto le Triumph sportive. La partecipazione, come pilota, alla Triumph Cup con la Thruxton, lo consacra.

Ma come diceva Carlo Talamo “....le belle storie debbono finire quando è il momento...” ed il rapporto con Triumph, dopo tanti anni, si chiude. Inizia così la sua nuova avventura con un altri marchi, di pari passo con la prosecuzione della sua attività in officina.

A questo punto ci si chiederebbe che cosa c'entra tutto questo con la moto in questione. Un bel giorno da Vittorio si presenta un amico con uno Sportster 1200, dotato di telaio Mule, comprato in una officina californiana, una vera moto da flat-track impossibile da usare su strada e vuole che Vittorio la renda fruibile nell'utilizzo giornaliero, pur senza tradirne la sua indole. E qui inizia la nostra storia.....

Il buon Vittorio si trova dinanzi ad sentiero impervio: da una parte deve entrare in sintonia con lo Sportster, per certi versi molto distante dalle moto sulle quali ha sempre messo le mani, pure se questo esemplare ne tradisce in parte lo spirito originario. Dall'altra, le sue vocazioni corsaiole, lo debbono supportare nella trasformazione dello Sportster senza, tuttavia, costituirne un limite.

Dopo circa cinque mesi di duro lavoro la moto è pronta per aggredire le strade, non essendo più il “cavallo imbizzarrito” quasi impossibile da domare, ma una moto addolcita nel carattere, che è un incrocio di stile tra street-tracker e scrambler, anche se a ben guardarla assomiglia ad un grosso “motard”.

Il lavoro si sviluppa su ciclistica e motore. Lo scopo è di rendere la moto meno nervosa a livello ciclistico. Per questo motivo lavora sull'avantreno montando una forcella Ohlins con steli da 45 mm, che ne ridisegna la geometria. Poi viene costruito un nuovo telaietto posteriore che alza un poco il retrotreno, rendendo la ciclistica più equilibrata. I cerchi originali vengono sostituiti da una coppia di Kineo da 17 pollici sui quali calzano pneumatici Dunlop Sportmax Mutant.

Il motore con cilindrata 1200, viene incattivito con carburatore Mikuni, alberi a cammes Scramin'Eagle, scarico RSD ed accensione Dyna. 

Per fermare la Hinny si ricorre al “made in Italy” attraverso dischi freno Discacciati con pinze Brembo racing.

Inutile dire che Vittorio ha colpito nel segno con questa moto, non solo per l'ottimo lavoro a livello tecnico, ma per la capacità di rispettarne l'originaria natura, pur senza tradire la propria vocazione corsaiola.


UP: la scelta dei cerchi da 17 pollici
DOWN: il colore impersonale del serbatoio



venerdì 17 febbraio 2017

XL 1200 CX Roadster

xl 1200 cx roadster tracker by hd jesi side right

xl 1200 cx roadster tracker by hd jesi side left

xl 1200 cx roadster tracker by hd jesi front end

xl 1200 cx roadster tracker by hd jesi back

 

Pensata per il fuoristrada, questa Roadster si intona benissimo con il paesaggio mozzafiato offerto dalle colline marchigiane...... 

 

Chi gravita da anni attorno alle scena custom italiana sa bene chi è Luca Fava, boss della concessionaria HD Jesi, vecchia conoscenza del panorama motociclistico “vintage”, legato in un suo recente passato al marchio Triumph. Di Luca, oltre che le notevoli doti umane, si è sempre apprezzato l'indubbio valore tecnico, che lo ha portato a concepire la sua “CX” non come una semplice moto da passeggio, ma come l'ideale per affrontare i percorsi più impervi. Una tracker ancor più estremizzata per alcuni aspetti.

Non stupisce, quindi, che la “CX” sia tra le dieci finaliste della la Battle of The Kings 2017, nonostante le modifiche effettuate siano minime, riguardando principalmente il montaggio di ruote scolpite e di sospensioni dalla maggiore escursione. Il resto è stata opera di affinamento ed adeguamento allo stile della moto (come il faro anteriore supplementare ai piedi della forcella, il barilotto e la tanica di benzina al posto delle borse, numerosi particolari neri opachi che si abbinano alla verniciatura verde, anche questa opaca).

E'superfluo dire che la “CX” piace per numerosi motivi, primo fra tutti, quello di essere stata creata con interventi irrisori. Non solo. Questa moto potrebbe tranquillamente essere messa in produzione dalla Harley-Davidson, andando a colmare quella lacuna nella gamma Sportster, in tema di moto col tassello.


UP: i numerosi accessori inventati
DOWN: si sarebbero dovuti montare due terminali aperti, per far risuonare il rombo nelle vallate 

 


martedì 8 novembre 2016

Sportster Tracker Rock Solid Motorcycles

sportster tracker rock solid motorcycles side right

sportster tracker rock solid motorcycles side left

sportster tracker rock solid motorcycles mufflers

sportster tracker rock solid motorcycles back

 

 

Dal Portogallo arriva questo Sportster 1200 molto semplice ma altrettanto curato, che non adotta soluzioni tecniche o stilistiche innovative, ma percorre nel migliore dei modi strade già conosciute.


Le tracker sono, forse, il genere di moto che nell'immaginario collettivo del ventunesimo secolo, rappresentano l'idea di essenzialità, ancor più delle cafe racer e dei chopper che, nel frattempo, hanno evoluto il loro concetto originario, adeguandolo ai nuovi tempi.

Lo Sportster in questione è una tracker molto rifinita ma, nel contempo, con pochissimi fronzoli.

Il grosso del lavoro si concentra sul telaio, che viene modificato nella parte posteriore attraverso la creazione di un archetto sotto il quale è agganciato il corto parafango, e sull'aspetto cromatico. Il motore viene verniciato quasi tutto in nero in modo da sembrare un tutt'uno con il telaio e non subisce interventi, a parte degli scarichi artigianali ed un filtro dell'aria della Joker Machine.

La ciclistica resta praticamente di serie, salvo un paio di ammortizzatori della Ohlins in grado di alzare il retrotreno dello Sportster e due pneumatici Metzeler Karoo tassellati, indispensabili per questo tipo di moto.
Un serbatoio del carburante proveniente da una Yamaha ed altri dettagli (come ad esempio la trasmissione finale a catena che sostituisce quella originale a cinghia, un paramotore in alluminio ed un bellissimo faro) completano l'opera.

Uno Sportster estremamente curato.


UP: il telaio modificato nella parte posteriore

DOWN: gli scarichi che, per il tipo di moto, dovrebbero essere bassi 



 


lunedì 11 luglio 2016

Roller GS

sportster scrambler by taddys hd 2005 article pag 1sportster scrambler by taddys hd 2005 article pag 2


sportster scrambler by taddys hd 2005 article pag 3


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Nei primi anni duemila la concessionaria HD Taddy's presenta questa scrambler su base Sportster, anticipando di molti anni quello che diventerà un vero e proprio  “must”.

 

Immortalata dalle pagine della allora rivista italiana “Racer” (n.3 di giugno 2005), questo Sportster si presenta in tutta la sua semplicità ed innovatività al tempo stesso.

In un periodo storico in cui il fenomeno della customizzazione inizia a prendere forma, sostanzialmente diviso tra custom e cafe racer, le poche varianti a tema incuriosiscono parecchio.

Da questo punto di vista, infatti, i fratelli Magnoni osano molto non solo proponendo una scrambler (concetto praticamente sconosciuto), ma addirittura utilizzando come base uno Sportster 883 Evolution al quale viene addirittura sostituito il motore originale con uno proveniente da una Buell S1, da quasi 100 cv.

Si tratta di un grosso azzardo che, seppur non immediatamente compreso da tutti, nel tempo darà ancor più credibilità alla concessionaria Taddy's HD.

A parte il trapianto di motore, la “Roller GS” si rivela immediatamente in tutta la sua essenzialità: cerchi a raggi della Akront nelle misure da 18 pollici (posteriore) e 21 pollici (anteriore) dotati di pneumatici tassellati, parafango anteriore da cross in alluminio, manubrio con il traversino e posteriore accorciato montando un parafango più corto e lavorato sui supporti originali del telaio ed una sella da un posto e mezzo ed hanno aumentato la luce a terra attraverso sospensioni dalla più ampia escursione. A corredo di tutto uno scarico due-in-uno della Quat-D.

L'articolo mette in risalto la polivalenza della moto, creata appositamente per poter affrontare ogni tipo di situazione, seppur con un'occhio particolare agli sterrati.

La “Roller GS” è troppo in anticipo sulla futura moda delle scrambler, ma si rivela una moto riuscita e ben costruita, della quale viene messo in risalto lo spirito che l'ha animata attraverso opportune foto, anche se qualche dubbio rimane sulla grafica generale utilizzata.

UP: il bellissimo parafango anteriore in alluminio

DOWN: i cerchi anodizzati gialli stonano non poco 




mercoledì 25 maggio 2016

Carducci Dual Sport SC3. Uno Sportster per il deserto!

carducci dual sport






 

Uno Sportster per affrontare il deserto senza problemi mancava. Poi è arrivato un ingegnere italoamericano sognatore di nome Jim Carducci......

 

.....ed il suo progetto ha preso forma nel migliore dei modi (la moto è stata progettata interamente al CAD è costruita con macchine a controllo numerico).
La moto dall'idea del suo inventore di non avere uno Sportster di serie adattato con pochi lavori ad affrontare tutti i terreni, ma qualcosa di nuovo ed innovativo in tal senso. E' un vero tripudio all'avventura ed ogni particolare è finalizzato ad esaltarne questo aspetto.

Nella progettazione della SC3, si è partiti da un elemento base: il motore dello Sportster doveva incastonarsi nel telaio originale che, nella parte posteriore, è stato comunque modificato. Per ragioni legate sia al minor peso che alla conformazione stessa del telaio, si è partiti da uno Sportster del 2003 con il motore montato rigidamente al telaio.

Il motore ha subito pochi interventi, finalizzati esclusivamente un poco più di potenza e coppia rispetto a quello originale. Per evitare, infatti, di perdere la proverbiale affidabilità (indispensabile nelle lunghe traversate desertiche....) del bicilindrico Sportster ad aste e bilancieri, sono stati esclusi categoricamente interventi sul basamento.

La cilindrata è stata portata a 1250 tramite un kit NRHS, ma sono stati montati pistoni dal diametro maggiorato su nuovi cilindri, abbinati ad alberi a cammes Andrews N4, senza intervenire minimamente sulla corsa.

Il carburatore è rimasto di serie, ma il filtro dell'aria è stato sostituito da un elemento K&N (esternamente mantiene la conformazione originale).

Nella prima versione del progetto l'impianto di scarico era un Supertrapp due-in-due alto.
Successivamente (come si può vedere dall'ultima foto) è stato montato invece un due-in-uno artigianale con terminale Leo-Vince in carbonio.

Gran parte del lavoro di progettazione e costruzione ha riguardato sovrastrutture ciclistica, che è stata cambiata nelle quote originarie.

Il telaio è stato modificato posteriormente in modo che gli ammortizzatori (Ohlins) fossero perfettamente verticali e potessero lavorare su un diverso forcellone in alluminio ricavato dal pieno, costruito appositamente per la SC3. E' stato poi aggiunto un telaietto, costruito anche esso in casa, così come il bellissimo serbatoio del carburante da 22 litri.

L'utilizzo di numerosi componenti di qualità come il manubrio Biltwell, le pedane Joker Machine, la sella Corbin, i freni Beringer, di una forcella Ohlins da 48 mm a steli rovesciati e cerchi Buchanan's (da 18 pollici il posteriore e 21 l'anteriore anche se è previsto il montaggio di cerchi con misure stradali da 17 pollici al posteriore e 19 all'anteriore) completano l'opera di costruzione.

Il risultato di questo lavoro che ha comportato, come evidenziato sopra, una necessaria rivisitazione delle quote della ciclistica, è stato l'aumento dell'altezza della sella (superiore ai 900 mm) e dell'interasse, oltre ad una maggior escursione di forcella (+ 250 mm) ed ammortizzatori (+ 200 mm).

Il peso a secco della moto si aggira attorno ai 206 chilogrammi.

E' stato poi previsto il montaggio di un sofisticato sistema GPS.

Si tratta di un'ottima realizzazione, frutto di un accurato studio e di un'opera di ingegneria notevole.

Purtroppo sarà difficile vederne in produzione su larga scala, dato l'artigianalità della moto ed i costi notevoli di produzione, anche se non è da escludere la creazione di una piccola serie.


UP: il telaietto posteriore

DOWN: i piccoli para-colpi sotto al serbatoio del carburante
 



martedì 17 maggio 2016

Bull Tracker

bulltracker







 

Uno Sportster Custom trasformato in una splendida scrambler, pronta anche ad affrontare qualche sterrato impegnativo......

 

Su questo blog, in un recente post (http://www.1957legend.it/2016/05/sportster-custom-2004.html ), avevamo presentato lo Sportster XL Custom del 2004, mettendo in evidenza come i modelli Custom, spesso siglati con la “C” fossero abbastanza ricercati ma non come i 1200 Roadster.

Ciò che non avevamo assolutamente sottolineato era come questi modelli non fossero molto utilizzati per elaborazioni, stante il cerchio da 21 pollici anteriore e l'abbondanza di cromature.

Il dealer belga H-D Capital Brussels ci mostra come con un XL Custom si possa creare una splendida scrambler (a dire il vero non si tratta di una novità assoluta in questo senso).
La meccanica è stock. Sul motore 1200 non sono stati effettuati interventi, salvo un filtro dell'aria S&S ed uno scarico due-in-due Supertrapp alto.

Come si può notare, gran parte del lavoro è stato effettuato sulla ciclistica, attraverso un nuovo assetto, ottenuto con ammortizzatori posteriori più lunghi di 50 mm di quelli originali e la modifica alla parte posteriore del telaio, che rende la moto molto più corta.
Su un mezzo del genere si debbono obbligatoriamente cambiare anche i pneumatici: vengono scelti dei Continental Off Road, abbinati ai cerchi di serie.
La cinghia della trasmissione originale lascia il posto ad una catena, ben più adatta al nuovo utilizzo di questo Sportster.
A finire l'opera ci pensano i due parafanghi e le bellissime tabelle portanumero.
Si tratta di una moto decisamente bella, sulla quale è molto difficile trovare dei difetti, salvo alcuni dettagli.


UP: una scrambler che diventa quasi una vera e propria moto da enduro anni settanta

DOWN: alcuni particolari come i led sulla forcella, le leve ed il fanalino posteriore color oro










martedì 26 aprile 2016

The Thugster: il teppista!!!!!!










Uno Sportster Iron 883  pronto per affrontare le guerriglie suburbane in un immediato futuro, dove in molte metropoli regnerà il caos e le strade asfaltate saranno un ricordo del ventesimo secolo.

 

Le forme sono quelle che da sempre hanno caratterizzato gran parte degli Sportster dei ragazzi di Shaw Speed & Custom: assetto low e tozzo, pneumatici tassellati, generale aspetto minimalista. Ma questa volta c'è qualcosa in più. The Thugster ha l'aria minacciosa di una moto che appare costruita apposta per intimorire. A questa sensazione contribuisce non solo la verniciatura antracite su gran parte di motore e telaio, ma anche la carrozzeria invecchiata e le fiamme sul serbatoio. Altri particolari sono il corto scarico due in uno privo di silenziatore (….sai che musica....) con le bande sui collettori, i coperchi delle teste stile XR 1000 della EMD e l'assenza del tradizionale parafango anteriore (è stato montato solo un para spruzzi dietro la ruota anteriore verniciato anche esso con le fiamme) per non parlare, poi, di forcella e faro anteriore.

The Thugster può intrigare a prima vista oppure far storcere il naso. Qualunque sia la reazione, si tratta di una moto molto ben costruita e studiata a fondo, anche se non convincono alcuni particolari.
Noi, comunque, ne siamo rimasti affascinati e sembra che i ragazzi di Shaw Speed & Custom si siano spinti molto oltre i loro standard (di per se già alti).


UP: è stato espresso benissimo il concetto di moto nata per la guerriglia urbana

DOWN: il contachilometri a led e le realizzazioni in cuoio di sella e borse che, sebbene di pregevole fattura, sembrano mal conciliarsi con una moto così rozza e selvaggia




mercoledì 13 aprile 2016

THE FLOW




 

Arriva dalla Spagna (precisamente dal dealer Espacio Harley-Davidson BCN) questo Sportster con le ruote artigliate che si pone come via di mezzo tra una scrambler ed una street tracker.

 

"In media stat virtus" debbono aver pensato coloro che hanno costruito questa moto. Se lo scopo era quello di avere un mezzo in grado di correre nella giungla urbana, si può dire che è stato pienamente raggiunto.  Ciò che intriga di questa moto non  è solo la sensazione di vedere un mezzo polivalente ma, al contempo, estremamente raffinato.

Intriga anche la precisione dell'attività di realizzazione.  Come non notare, poi, il grosso lavoro effettuato sul serbatoio del carburante che ha le parti esterne rientranti e l'enorme quantità di vernice arancio irrorata su più parti della moto, quasi si volesse ancor più rimarcare che si è in presenza di una Harley-Davidson. Tuttavia, se l'intento era quello di costruire una moto dalla doppia anima, avremmo preferito uno scarico leggermente più basso, unitamente ad un parafango posteriore più lungo e magari una borsa sul lato opposto.

UP: una moto dalla doppia anima estremamente elegante

DOWN: andrebbe migliorata in alcuni dettagli quali scarico e parafango posteriore